Pesano sulla decisione le posizioni di Italia, Polonia, Bulgaria e Germania
L’industria italiana dell’auto, ma non solo, potrebbe tirare un respiro di sollievo. Il voto sul regolamento europeo che mette al bando i motori termici in Europa dal 2035 è stato rinviato a data da destinarsi. La presidenza di turno svedese della UE ha annunciato nil rinvio dopo la riunione degli ambasciatori Ue. Il regolamento, che prevedeva lo stop all'immatricolazione delle auto benzina e diesel dal 2035, aveva allarmato non pochi addetti ai lavori nei settori legati al mercato automobilistico.
Il testo, in realtà, che era stato concordato nei giorni scorsi con il parlamento europeo, era arrivato in Commissione non con una maggioranza solidissima, dato che esso era già stato approvato in linea di principio con il voto contrario della Polonia e l'astensione della Bulgaria. A questi Stati non propriamente favorevoli a questa decisione definita anche da Romano Prodi senza mezzi termini affrettata, si è alla fine aggiunta anche l'Italia, che inizialmente nei mesi passati aveva espresso il proprio assenso ma che è tornata lentamente sui propri passi, visti soprattutto gli effetti a domino sia sui licenziamenti, che sulla economia in generale visto il valore dell’indotto e il peso che esso ha sulla nostra expertise economica.
A fare eco alla posizione dell’Italia, si è unita anche la Germania: il partito liberale, che fa anche parte della coalizione di governo, ha infatti frenato sulla decisione aprendo un problema nella maggioranza, di cui fanno parte Spd e Verdi che sono invece entrambi favorevoli. La Commissione Europea ha comunque dichiarato che l'obiettivo è la neutralità tecnologica e il raggiungimento dell'obiettivo del Net Zero, e che si sta discutendo con i Paesi membri sulle nuove preoccupazioni emerse dalle ultime riunioni al fine di valutare la strada migliore da percorrere ora, strada che non sembra per adesso quella di uno stop immediato.
Lo stop avrebbe avuto effetti molto preoccupanti sulla occupazione e sul mondo dei professionisti impegnati nella progettazione di motori ecosostenibili alimentati a combustibili fossili.