Secondo le stime dell’istituto di statistica, nel mese di gennaio 2022, si è registrato un balzo dell'indice nazionale dei prezzi al consumo dell'1,6% su base mensile. Il dato, stando all’ultimo rilevamento del 2 Febbraio, porta la crescita dei prezzi su base annua a un +4,8% rispetto al +3,9% del mese precedente.
Tale e consistente aumento potrebbe seriamente mettere a rischio, non solo la sostenibilità e il costo della vita, quanto anche la ripresa economica. I prezzi delle materie prime, infatti, stanno diventando insostenibili per professionisti ed imprese tanto che l’ANAC ha inviato una nota al governo invitandolo a rivedere verso il basso i prezzi degli appalti. L’ aumento del costo delle materie prime fondamentali a tutto il mondo imprenditoriale è diventato così improvviso ed esorbitante, da richiedere un urgente intervento normativo se non si vuole correre il serio rischio che le prossime gare d’appalto possano addirittura essere deserte deprimendo gli indici economici e causando la chiusura di molti cantieri.
Aspettando un intervento del Governo, mai quanto adesso necessario, le preoccupazioni dei molti studi professionali sono anche rese più gravi dai foschi venti di guerra in Ucraina, scenari preoccupanti a cui l’Unione Europea non riesce a dare una risposta definitiva, a causa, sia delle proprie divisioni interne, che della sudditanza alle politiche avventate degli Stati Uniti che con l’amministrazione Biden hanno chiuso la strada a qualsiasi dialogo costruttivo con la Russia di Putin.
Non è necessario essere degli esperti di finanza per arrivare a comprendere che con le ultime notizie di un aggravamento, secondo molti dal quale non si può tornare indietro, della tensione tra Russia e Ucraina, i prezzi delle materie prime sarebbero destinati a volare in alto verso picchi inimmaginabili.
Gli effetti sulla nostra economia sarebbero imprevedibili, in primo luogo i costi dei trasporti arriverebbero infatti alle stelle dato che il petrolio aumenterebbe a dismisura e Mosca è il secondo esportatore di petrolio al mondo, per non parlare del gas naturale che in Europa era già scarso prima del conflitto e che diventerà ancora più raro e costoso.