Il Ministero della Transizione ecologica ha centrato a fine dicembre tutti e 7 gli obiettivi del Pnrr che aveva con l’Unione europea ed è perfettamente nei tempi per conseguire gli altri 11 previsti per fine giugno: 4 investimenti e 7 riforme. Risulta dunque inspiegabile il titolo del tutto fuorviante dell'articolo pubblicato oggi da Repubblica "Ansia sui ritardi del Pnrr. Giovannini e Cingolani i ministri più in difficoltà" su presunti ritardi e difficoltà nell’attuazione delle voci del Pnrr di competenza del MiTE.
Si precisa inoltre che la cifra riportata nel testo di 77 miliardi di fondi Pnrr da spendere entro la fine dell’anno da parte del Ministero è sbagliata: la fetta di Piano di competenza del dicastero è 34,7 miliardi di euro in 5 anni, fino al 2026.
Il quotidiano parla inoltre di termovalorizzatori da realizzare con i soldi del piano, ma questi impianti non sono previsti nel Pnrr. In compenso, i bandi già lanciati per impianti di trattamento dei rifiuti hanno ricevuto un’ottima risposta. Sono già stati lanciati bandi per 2,5 miliardi, che saranno assegnati nei prossimi mesi: impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti (1,5 miliardi), progetti “faro” di economia circolare (0,6 miliardi), isole verdi (0,2), interventi per la sostenibilità ambientale dei porti (0,27). Nel prossimo semestre saranno avviate procedure e bandi per altri 10 miliardi di euro: sviluppo agrivoltaico (1,1 miliardi), promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo (2,2), sviluppo del biometano (1,92), rafforzamento smart grid (3,61), interventi su resilienza climatica reti (0,5), sviluppo di sistemi di teleriscaldamento (0,2), tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (0,33). La prima M&T (Milestone & Target) da conseguire a marzo, il Decreto ministeriale per la digitalizzazione dei parchi, è già pronto in bozza.
Entro il 30 giugno 2022, dopo la digitalizzazione dei parchi, il MiTE deve adottare la strategia nazionale per l'economia circolare e approvare il piano per il sostegno degli enti locali. Ci sono poi fondi per cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali e 160 milioni per ricerca e sviluppo sull’idrogeno.
E’ prevista l’entrata in vigore di incentivi fiscali a sostegno della produzione e del consumo di idrogeno verde nel settore dei trasporti. Altre riforme sono la semplificazione e accelerazione delle procedure per gli interventi di efficientamento energetico e contro il dissesto idrogeologico e misure per facilitare la gestione dei servizi idrici integrati. E’ previsto al 30 giugno il varo del programma nazionale per la gestione dei rifiuti.
Infine, 450 milioni sono destinati alla produzione di nuovi elettrolizzatori per l’idrogeno verde. A contribuire al raggiungimento degli obiettivi in termini di decarbonizzazione ci sono inoltre 3 gigawatt di nuova potenza da fonti rinnovabili da mettere a bando nei prossimi sei mesi (FER1), dopo l’aggiudicazione di 1,8 gigawatt a gennaio.