Nella notte del 20 dicembre scorso è stata approvata la disciplina sulla tutela dei professionisti in caso di malattia. Questa era inizialmente prevista nel ddl contenente “Disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio”, poi in un emendamento alla legge di conversione del decreto fiscale, infine nell’emendamento 102.0.64 alla legge di Bilancio 2022.
La Manovra quindi introduce la possibilità per i professionisti malati, o infortunati, o con problemi di salute documentati, di effettuare gli adempimenti verso le Pa, compresi quelli di versamento, in ritardo rispetto ai termini, purché effettuati entro 30 giorni dalla guarigione, senza che scattino sanzioni per i loro clienti o per sé stessi. Viene dunque sancito operativamente il diritto alla salute anche dei professionisti. Il risultato è dovuto soprattutto all’iniziativa del senatore Andrea de Bertoldi (FdI), estensore dell’articolato, e primo firmatario del ddl e degli emendamenti. I gruppi parlamentari dello stesso partito hanno promosso un convegno, tenutosi oggi a Palazzo Giustiniani a Roma, per approfondire il tema e intitolato “Tutelare la malattia e l’infortunio dei professionisti”.
I lavori, coordinati dal direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, sono cominciati con l’introduzione del senatore Luca Ciriani che ha affermato che sono stati riconosciuti “i diritti dei dimenticati: i professionisti e le partite IVA”, sottolineando quanto sia stato difficile far passare la norma. Il Capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida ha rivendicato il costante confronto col mondo delle professioni, richiamando anche la battaglia per l’equo compenso. Il senatore de Bertoldi, poi, ha annunciato il proseguimento del percorso, estendendo i risultati ottenuti dal campo fiscale a quello previdenziale, amministrativo e agli aspetti processuali.
A completamento degli interventi dei rappresentanti di Fratelli d’Italia è intervenuta la leader Giorgia Meloni che si è espressa così: “Il mondo delle professioni è da sempre al centro dell’attenzione di Fratelli d’Italia. Questo perché crediamo che non si possa prescindere dalla competenza dei professionisti. L’Italia è il paese con più professionisti: un modello che da più parti si cerca di attaccare ma che noi intendiamo difendere. Il professionista non è un lavoratore e un cittadino di serie B. Le tutele dei comuni lavoratori vanno estesi ai professionisti. Così come va completato il percorso dell’equo compenso: bisogna farla finita con i professionisti sottopagati”.
Tra gli interventi dei rappresentanti del mondo delle professioni quello di Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, intervenuto anche in qualità di Coordinatore della RPT e di Presidente di ProfessionItaliane. “Questo successo in tema di tutela del professionista mi suggerisce delle analogie con la manifestazione della fine del 2017, quando salutammo, alla presenza di tutte le forze politiche, l’approvazione del provvedimento dell’equo compenso. Anche in questo caso viene riconosciuto il ruolo dei professionisti. Noi abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere, per così dire abbiamo fatto tutti i compiti a casa. La riforma del 2011 ci ha gravato di una serie di obblighi che non hanno eguali in nessuna parte del mondo. Eppure siamo cresciuti, abbiamo più iscritti e continuiamo ad essere un fondamentale riferimento per i cittadini. Un momento importante questo, ma vogliamo considerarlo di passaggio: dobbiamo andare oltre. Nei prossimi tempi i professionisti sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale. La realizzazione del Pnrr, ad esempio, si baserà in larga parte sul lavoro dei liberi professionisti. Non a caso il Ministero della Pubblica Amministrazione ha chiuso un accordo con noi per consentire l’accesso di figure tecniche all’interno della PA. Dobbiamo puntare ad ottenere la possibilità di svolgere due attività: contribuire a scrivere norme realmente applicabili e essere sussidiari, almeno fino a quando la PA continuerà ad essere carente dal punto di vista tecnico. Infine, l’equo compenso. L’approvazione del provvedimento, come dicevo, è stato un successo, ma gli effetti pratici sono ancora scarsi. Servono norme che obblighino la PA al rispetto di questo principio. Esso, inoltre, va esteso il più possibile, soprattutto a tutela degli utenti finali più piccoli, che sono in assoluto i più deboli, rispetto al tema della qualità della prestazione”.
Ai lavori sono intervenuti anche altri rappresentanti del mondo delle professioni, tra cui Alberto Oliveti (Presidente Adepp), Paola Fiorillo (Confprofessioni), Valentina Rubertelli (Presidente Consiglio Nazionale del Notariato) e Marco Cuchel (Presidente Associazione Nazionale Commercialisti) che hanno confermato la disponibilità a collaborare per i futuri ulteriori passaggi e hanno ringraziato Fratelli d’Italia per le iniziative intraprese. Le conclusioni sono state tratte da Marta Schifone, responsabile professioni di FdI, che ha sottolineato come “troppi governi nel passato non hanno messo al centro il mondo delle professioni. Noi, invece, vogliamo farlo perché crediamo nel merito e nelle competenze”.