Sono state pubblicate le simulazioni del CAF-Cia sulle nuove fasce di reddito e sui nuovi scaglioni, simulazioni nate in seguito alla riforma delle aliquote IRPEF.
La riforma è coerente e il linea con la Legge di Bilancio del 2022, legge che prevede l'istituzione di un fondo pluriennale di 8 miliardi, a partire dal prossimo anno, per la riduzione dell'Irpef, con l'obiettivo di tagliare sia il cuneo fiscale che le aliquote effettive marginali, oltre che prevedere il taglio dell'Irap. Il fondo per la riduzione della pressione fiscale "sui fattori produttivi" è comunque destinato alla riduzione dell'Irpef che, come è stato più volte rimarcato in sede istituzionale, ha come obiettivo quello appunto di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro dipendente e le aliquote marginali collegate.
L’obiettivo della legge di bilancio è stato raggiunto seguendo due binari distinti: da un lato si è prevista la riduzione di una o più aliquote, dall’altro si è proceduto sulla strada di una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del conseguente trattamento integrativo.
Secondo le stime pubblicate, dalla riduzione e relativa revisione delle aliquote, è il ceto medio ad essere il maggiore beneficiario. Le aliquote passano da cinque a quattro con effetti diretti sui redditi percepiti che, in alcuni casi, arrivano a toccare le 920 euro annuali.
Il risparmio di imposta cresce fino ai 50 mila euro di reddito, per calare poi progressivamente. Infatti, nel caso di un reddito oltre i 120 mila euro, il risparmio è più contenuto attestandosi su una cifra di 270 euro.
Per esempio un reddito da 50 mila euro, con il vecchio sistema a 5 aliquote, presentava un imponibile pari a 15.320 Euro, mentre ora l’imponibile scende, applicando il sistema a 4 aliquote, a 14.400 euro con un «risparmio di imposta» quantificabile in 920 euro.
Per la fascia reddituale fino a 22 mila euro, invece, il risparmio è quantificabile in 140 euro. Nella fascia reddituale a 25 mila euro, si riscontra un aumento nel risparmio di imposta a 200 euro.
La riorganizzazione degli scaglioni reddituali partirà dunque nel 2022 e prevederà che per la fascia di reddito tra 0 e 15 mila euro si applicherà l'aliquota del 23%; per quella tra 15 mila e 28 mila quella del 25%; tra 28 e 50 mila quella al 35% e maggiore di 50 mila euro quella al 42%, cifre cambiate rispetto agli attuali calcoli secondo i quali si applicano le seguenti aliquote: il 23% per redditi fino a 15 mila euro, 15-28mila euro, aliquota al 27%; fascia di reddito 28-55 mila, aliquota al 38% e fascia 55 -75 mila al 41%, oltre i 75 mila euro il 43%.
E’ dunque il ceto medio, ad essere maggiormente interessato da questa attesa riforma che permette di stornare, mediamente, due e tre punti percentuale per ogni categoria reddituale.