Il Consigliere CNI Sandro Catta ha sottolineato la necessità che il principio dell’Equo compenso, in fase di correttivo, trovi una formulazione adeguata anche nel nuovo Codice. Maria Schifone (Fratelli d’Italia): “Equo compenso non è una legge contro qualcuno, ma a tutela dei professionisti”
Equo compenso e codice dei contratti sono stati i temi portanti della seconda Giornata del 67° Congresso degli Ordini degli Ingegneri, in programma a Catania. Sul primo piuttosto chiara la posizione del sistema ordinistico degli ingegneri.
“E’ il caso di ribadire ciò che ho già detto ieri nel corso della mia relazione – ha dichiarato Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -: la legge sull’Equo compenso è nata per porre fine alla pratica dei compensi irrisori imposti ai professionisti dai grandi committenti, a fronte di prestazioni di alta professionalità e responsabilità. Per questo non accetteremo mai l’idea di un ritorno al passato. I grandi committenti se ne facciano una ragione. Piuttosto, invece di chiedere a gran voce il ritorno ad un regime di sopraffazione, è opportuno che si siedano attorno ad un tavolo assieme ai Consigli Nazionali per definire nuove convenzioni che soddisfino tutte le parti. Detto questo, desidero insistere sulla necessità di di estendere il principio dell’equo compenso a tutte le categorie di committenti, anche al fine di salvaguardare i più piccoli i quali, nel rapporto con il professionista, si trovano in posizione subalterna”.
Il vero rischio che non possiamo correre – sostiene Mauro Scaccianoce, Presidente dell’Ordine di Catania - è un abbassamento della qualità della progettazione in tutti gli ambiti nei quali la categoria è coinvolta. Gli ingegneri incidono sul sistema produttivo del Paese: le nostre azioni sono capillari, lavoriamo a garanzia dell’ambiente e del nostro patrimonio storico e architettonico; siamo in prima linea nella sicurezza sismica ed idrogeologica; interveniamo anche a supporto del campo medico ed informatico. Per tale ragione i compensi devono essere equi e proporzionati alla prestazione restituendo decoro dignità alla professione. Gli ordini provinciali, in tutta Italia, siano sentinelle sul territorio assumendo la responsabilità della verifica sui compensi, contestualmente devono essere vigili rispetto alla qualità della progettazione”.
Nel corso del modulo di discussione dedicato all’argomento, il Consigliere del CNI Sandro Catta ha fatto un sintetico punto della situazione. “L’Equo compenso risulta applicato molto parzialmente – ha affermato. Per quanto riguarda l’affidamento diretto riscontriamo un margine di applicazione maggiore. Per il resto, per le gare d’appalto, l’applicazione è inferiore ed è più diffuso il fenomeno dei ribassi. Queste differenze scontano anche un diverso approccio. Per noi l’Equo compenso si applica anche agli appalti pubblici, altri la vedono diversamente”.
Sandro Catta ha poi toccato una questione molto delicata, quella relativa all’armonizzazione tra la norma sull’Equo compenso e il nuovo Codice Appalti. “Nelle sue valutazioni Anac si è mostrata molto tiepida nei confronti dell’Equo compenso. Per questo motivo siamo molto impegnati nel lavoro per il correttivo ai Codice. Ad esempio nell’articolo 8 riteniamo debba esserci un riferimento diretto all’Equo compenso. Poi c’è la questione relativa ai requisiti: riteniamo del tutto inadeguata la limitazione ai tre anni”.
Maria Schifone, responsabile del dipartimento Professioni di Fratelli d’Italia, sul tema si è così espressa: "Quella dell'Equo compenso per noi è una legge di equità voluta dalla presidente Meloni, ed è stato uno dei primi provvedimenti depositati da FdI. Non è contro qualcuno ma è a tutela del mondo delle libere professioni e soprattutto dei cittadini italiani. Perché quando si parla dei libere professioni si parla di interessi pubblici. In commissione Giustizia è stata incardinata come proposta di legge a prima firma del presidente del Consiglio. Con l'approvazione della legge abbiamo una riforma di dignità e di giustizia per i professionisti italiani".
I lavori sono stati completati da un modulo di confronto su Industria 5.0 e l’intelligenza artificiale, in occasione del quale il Consigliere Segretario del CNI, Giuseppe Margiotta, ha fatto alcune considerazioni di natura etica. E’ emerso, tra l’altro, come nel solo 2022, il settore ha fatto registrare investimenti per oltre 7 miliardi di euro e che la domanda di ingegneri specializzati in questo ambito rimane molto alta.
Nel corso di questi due giorni nel corso del dibattito sono emersi anche dei numeri significativi sui bonus edilizi e sul valore del mercato dei servizi di ingegneria. Quest’ultimo, grazie alla spinta dei bonus edilizi e del Pnrr, è passato da 7,9 miliardi del 2020 agli oltre 12 miliardi stimati per il 2023. Questo ha avuto un impatto anche sui redditi degli ingegneri passati dai 34.776 euro in media per il 2020, ai 48.736 stimati per il 2023.