L’ha detto il Ministro delle Infrastrutture nel corso dei saluti iniziali che hanno dato avvio ai lavori del congresso degli ingegneri. Il Ministro Musumeci: “In Italia non esiste una diffusa cultura del rischio. Parte della politica pensa che ricostruire dopo una calamità, in termini di consenso, paghi più che fare prevenzione”
Sono partiti stamattina i lavori del 67° Congresso degli Ordini degli Ingegneri d’Italia. A fare gli onori di casa è stato Mauro Scaccianoce, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania.
“Questo 67° Congresso Nazionale è stato possibile grazie alla rete virtuosa tra istituzioni ed enti locali, che credono fermamente nel lavoro e nelle visioni degli ingegneri – ha detto Scaccianoce -. Oggi per Catania si ripete questo momento cruciale a distanza di 58 anni e coincide con il centenario dall’istituzione dell’Albo degli Ingegneri. Ringrazio il Consiglio Nazionale uscente, ed il nuovo Consiglio per avere accolto con slancio questa esigenza: la voglia di raccontare e raccontarci, di ospitare la categoria per scrivere un capitolo di questa lunga storia insieme. Il successo della categoria passa necessariamente dal riconoscimento da parte dell’opinione pubblica della centralità dell’ingegnere nella società a servizio, garanzia e tutela della collettività e del riconoscimento della centralità della qualità della progettazione nella realizzazione delle opere. L’equo compenso è condizione necessaria per restituire dignità, decoro e valore alle prestazioni dei professionisti. Nella medesima direzione si muovono le Istituzioni europee. Questo obiettivo spinge la nostra categoria a dimostrare responsabilità e professionalità e il sistema ordinistico dovrà assumersi la responsabilità della determinazione, senza cadere negli errori del passato e soprattutto dovrà essere vigile sul controllo sulla qualità della progettazione”
Tra i numerosi esponenti politici e delle istituzioni intervenuti nel corso dei saluti iniziali, nel consesso catanese spicca la presenza di ben tre Ministri. Come aveva già fatto in occasione del precedente Congresso di Genova, il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è intervenuto in diretta video. “Come Ministro delle Infrastrutture ho incontrato ed ascoltato più ingegneri negli ultimi 10 mesi che nel resto della mia vita – ha detto -. Ringrazio per il contributo degli ingegneri e di tutte le professioni al nuovo Codice Appalti. A fine anno assieme a voi faremo il punto della situazione ed eventualmente apporteremo modifiche per correggere le cose che non vanno. Altro contributo degli ingegneri è stato quello al nuovo codice della strada e certamente ci sarà anche da lavorare assieme sul Testo Unico dell’Edilizia. Anche in tema di energia e di recupero della prospettiva del nucleare di ultima generazione mi aspetto il contributo fondamentale degli ingegneri italiani”.
Quindi Salvini è passato al tema delle infrastrutture. “Abbiamo avviato – ha detto - la progettazione dell’alta velocità fino a Reggio Calabria e poi c’è il Ponte sullo Stretto. Per l’estate 2024 abbiamo l’obiettivo di avviare i lavori per la realizzazione di questa grande opera. La fine dei lavori possiamo fissarla al 2032”. Infine una battuta sul cosiddetto condono: “Gli uffici tecnici dei comuni italiani – ha detto - sono inondati da richieste di regolarizzare milioni di piccole difformità. Dobbiamo superare questa situazione per dare un po’ di respiro, anche economico, ai comuni e restituire un po’ di serenità ai cittadini”.
Significativi ed articolati anche i saluti portati da Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile. “E’ un piacere sia da Ministro che da catanese per me portare i saluti a questo Congresso da parte del Governo – ha detto. Cento anni del vostro Albo sono un motivo di orgoglio per voi e per tutti gli italiani. Quella di Catania è una scelta felice. Una città che vanta una presenza qualificata di ingegneri, una città laboratorio, che si trova in un’area della Sicilia dove in particolare il tema della messa in sicurezza del territorio rappresenta una priorità. In Italia non esiste una diffusa cultura del rischio. La prevenzione è quasi zero perché non c’è la predisposizione. Parte della politica pensa che ricostruire dopo una calamità paghi in termini di consenso più che fare prevenzione. Che fine ha fatto, ad esempio, il fascicolo del fabbricato, un’iniziativa tanto necessaria quanto elementare per conoscere lo stato dei nostri edifici? Quante dighe sono state costruire negli ultimi anni, allo scopo di non sprecare le acque, accumulandole? In tutti questi anni non è mancato il denaro. Basti pensare alle risorse distribuite dalla Cassa del Mezzogiorno. A mancare è stata la programmazione. La politica ha bisogno della vostra esperienza, della vostra capacità e della vostra professionalità. Cominceremo subito a lavorare assieme su un disegno di legge per la mitigazione del rischio sismico”.
La carrellata dei Ministri è stata completata da Adolfo Urso, titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy, che oltre ai saluti ha affrontato un tema concreto. “Sulle assicurazioni per eventi catastrofali c'è un certo scoraggiamento, un'incertezza, un dubbio che serpeggia sul fatto che effettivamente le assicurazioni paghino le polizze nel caso si verifichino questi eventi. Nel disegno di legge sulle calamità abbiamo messo una norma che prevede che nel caso di eventi catastrofali, le assicurazioni devono corrispondere in tempo breve, poche settimane, almeno il 30% di quanto dovrebbe essere dovuto a coloro che si sono assicurati. Questa certezza è il primo passo per diffondere quella cultura delle assicurazioni. Un passo verso la cultura dell’assicurazione e della prevenzione”
Tra i rappresentanti istituzionali di grande spicco il Presidente del Senato Ignazio La Russa che ha fatto pervenire un messaggio. "Ci tengo a fare arrivare il mio saluto e gli auguri di buon lavoro in occasione di questo importante appuntamento che, proprio quest'anno, celebra i cento anni dall'istituzione del vostro Albo professionale – ha scritto La Russa -. Sono certo che i lavori congressuali sapranno tradursi in un significativo momento di dialogo, confronto e condivisione. Un obiettivo in relazione al quale il vostro impegno nel rafforzare il dialogo con le istituzioni, a livello nazionale così come sui territori, rappresenta un importante valore aggiunto".
I lavori proseguono con la lettura della relazione da parte di Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI.