Le risorse complessive delle Casse di previdenza alla fine del 2021 sono pari a 107,9 miliardi di euro. Dal 2011 al 2021, invece, le risorse complessive del settore sono cresciute di 52,2 miliardi, pari in media al 6,8% su base annua. A fronte dei valori riscontrati nell’aggregato, permangono divergenze, anche ampie, nelle attività di crescita delle singole Casse di previdenza: le 5 casse di dimensioni più grandi detengono il 74,6% dell’attivo totale ed hanno mostrato tassi di crescita dell’attivo in media pari al 7,7% su base annua, un livello superiore a quello generale. E’ quanto si legge nel “Quadro di sintesi” dei dati relativi al patrimonio delle Casse di previdenza e alla loro gestione finanziaria nel 2021, illustrato al Senato dal Presidente della COVIP, Mario Padula, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, dott.ssa Marina Elvira Calderone. Il report – pubblicato sul sito della Covip (www.covip.it) – fornisce il quadro degli aspetti più significativi che caratterizzano le risorse detenute dalle Casse, integrando le informazioni aggregate con dettagli dei singoli portafogli.
Nel 2021 il flusso complessivo dei contributi al netto delle prestazioni si è attestato a 3 miliardi di euro; il deciso aumento rispetto ai 2 miliardi del 2020, anno nel quale hanno pesato le ricadute occupazionali e reddituali della pandemia da Covid-19, ha consentito al flusso netto tra contributi e prestazioni di riportarsi su valori in linea con quelli registrati negli anni precedenti allo scoppio della pandemia.
Gli investimenti
Il risparmio previdenziale intermediato da Casse di previdenza e Fondi pensione a fine 2021 ha raggiunto 321,1 miliardi di euro, il 18% del Pil: 107,9 miliardi di euro fanno capo alle Casse di previdenza e 213,2 miliardi ai Fondi pensione.
Gli investimenti domestici delle Casse di previdenza ammontano a 37 miliardi di euro, il 34,3% delle attività; la percentuale risulta in diminuzione di 0,3 punti rispetto al 2020; gli investimenti non domestici si attestano a 54 miliardi, corrispondenti al 50% del totale, 2,2 punti percentuali in più rispetto al 2020. Nell’ambito degli investimenti domestici, restano predominanti gli investimenti immobiliari (18,6 miliardi di euro, il 17,2% delle attività totali) e i titoli di Stato (8,6 miliardi di euro, il 7,9% delle attività totali). Rispetto al 2020, il peso sul totale delle attività per la componente immobiliare registra un calo dell’1% mentre rimane invariato per i titoli di Stato.
Gli investimenti domestici dei fondi pensione si attestano a 40 miliardi di euro, in calo di 1,1 punti rispetto all’anno precedente. Gli investimenti non domestici totalizzano a 124,2 miliardi di euro, il 70,4% per cento dell’attivo netto, il 2,1% in più rispetto al 2020.
Complessivamente, al netto degli investimenti immobiliari e dei titoli di Stato, le risorse finanziarie destinate alle imprese italiane possono essere calcolate in 13,8 miliardi di euro (12,4 nel 2020), così suddivisi: 7,6 (6,7 nel 2020) investiti dalle Casse di previdenza e 6,2 (5,7 nel 2020) impiegati dai Fondi pensione.
La composizione dell’attivo
Sul totale delle attività di 107,9 miliardi di euro, le quote di OICR costituiscono la componente maggioritaria: 58,4 miliardi di euro, pari al 54,2% del totale. L’aumento di 7,3 miliardi rispetto al 2020 è per 5 miliardi dovuto alle quote di OICVM, per un controvalore a fine anno di 34,9 miliardi, e per 2,3 miliardi agli altri OICR che totalizzano 23,5 miliardi a fine 2021, di cui 15,6 formati da quote di fondi immobiliari.
Tra le altre classi principali dell’attivo, i titoli di debito ammontano a 20,5 miliardi di euro, di cui 14,7 miliardi di titoli di Stato; i titoli di capitale sono pari a 7,8 miliardi.
Nel complesso, considerando anche i titoli obbligazionari e azionari sottostanti gli OICVM detenuti dalle Casse di previdenza:
– gli investimenti immobiliari, pari a 19,8 miliardi di euro (19,6 nel 2020), subiscono una flessione in percentuale dell’attivo (18,3 contro 19,4%); tra le diverse componenti, diminuisce l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (dal 14,8 al 14,4%) e prosegue la discesa del peso degli immobili detenuti direttamente (dal 4,1 al 3,4%); Gli immobili di proprietà delle casse di previdenza totalizzano 3,7miliardi di euro. Nell’ultimo quinquennio, la tendenza alla riduzione è proseguita sia in valore assoluto sia in percentuale dell’attivo: 1,5miliardi di euro in meno, pari a 2,7 punti percentuali, rispetto al 2017. Per localizzazione geografica, nelle due maggiori città italiane si concentra il 90% degli immobili, ubicati per tre quarti a Roma e un quarto a Milano. La destinazione d’uso prevalente è quella residenziale (39,5%), seguita dall’uso uffici (30,8%).
– gli investimenti in titoli di debito, pari a 39,5 miliardi di euro (36,4 nel 2020), formano il 36,6% dell’attivo, 0,4 punti percentuali in più rispetto al 2020; tra le diverse componenti, diminuiscono gli investimenti diretti (dal 20 al 19%) mentre aumentano quelli sottostanti gli OICVM (dal 16,2 al 17,6%);
– gli investimenti in titoli di capitale, pari a 20,6 miliardi di euro (18,5 nel 2020), costituiscono il 19,1% dell’attivo, in aumento rispetto al 18,3 del 2020; aumentano sia gli investimenti sottostanti gli OICVM (dall’11,3 all’11,9%) sia quelli diretti (dal 7 al 7,2%).
Aspetti normativi, regolamentari e organizzativi delle Casse in materia di investimenti
Sugli assetti regolamentari delle Casse di previdenza in materia di investimenti continua a pesare l’assenza di un quadro normativo unitario che ne determina una varietà più ampia di quella che la peculiarità delle singole Casse potrebbe giustificare.
La COVIP evidenzia ancora una volta l’importanza di portare rapidamente a conclusione la procedura per l’adozione del Regolamento interministeriale in materia di investimenti delle risorse finanziarie delle Casse di previdenza, di conflitti di interesse e di depositario, che, secondo l’originaria previsione legislativa, avrebbe dovuto essere adottato oltre dieci anni fa.
Tale cornice normativa – in ogni caso sufficientemente flessibile da consentire ai singoli enti scelte gestionali autonome e responsabili in ragione delle rispettive specificità – favorirebbe il rafforzamento strutturale delle Casse, rendendone più efficace l’operatività in un ambito, quello delle scelte di investimento, fortemente sollecitato dalla complessità dei mercati finanziari.
Un rafforzamento strutturale dal quale dipende anche il ruolo che le Casse di previdenza, come i Fondi pensione, possono svolgere per lo sviluppo dei mercati finanziari e per la crescita dell’economia in quanto soggetti che gestiscono un capitale che guarda al lungo periodo.