Lo scorso 14 settembre la Rete Professioni Tecniche ha inviato una nota al Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione sisma 2016, Giovanni Legnini, a proposito dell’attività dei professionisti tecnici per le ricostruzioni, impegnati nella complessa e difficile opera di ricostruzione degli edifici danneggiati dal terremoto del Centro Italia. La RPT fa notare che le norme emanate a tale scopo, più volte modificate, a partire dal 2016, ammontano ad oggi, a circa 130 ordinanze oltre a leggi, decreti, circolari e innumerevoli linee guida. Questo dato, associato al fatto che non sono disponibili testi “ufficiali” di coordinamento delle principali disposizioni, evidenzia la complessità dei problemi, non solo tecnici, che ogni professionista deve affrontare per la redazione e gestione degli interventi volti a riparare o ricostruire gli edifici danneggiati.
Il mondo delle professioni ha sempre evidenziato che il quadro normativo, pur con gli interventi correttivi dei Commissari di governo, avrebbe condotto ad una ricostruzione che non avrebbe risposto con immediatezza alle legittime istanze dei cittadini di rientrare nelle proprie case. Sono tante le motivazioni che oggi, nonostante la decisa ed importante accelerazione dovuta al lavoro dell’attuale Commissario, non consentono un consistente ulteriore cambio di passo. I professionisti sono rimasti delusi per alcune dichiarazioni, nell’ultima recente conferenza stampa del Commissario, che ha indicato i professionisti e le imprese, peraltro non invitati alla conferenza stessa, responsabili dei ritardi sul processo di ricostruzione. La Rete, in ogni caso, ritiene necessario continuare nell’opera di collaborazione atta a migliorare la situazione attuale, con proposte concrete.
Il Commissariato ha evidenziato che ci sono pochi professionisti iscritti nell’elenco degli interessati agli interventi e nel tempo non se ne iscrivono altri. L’Osservatorio della RPT rileva che molti professionisti che avevano interesse a lavorare nella ricostruzione la stanno progressivamente abbandonando. La causa di ciò è costituita, come più volte evidenziato, dalle complicazioni e impedimenti burocratici, che scoraggiano i professionisti alla partecipazione della ricostruzione. Il tempo di preparazione di un progetto di ricostruzione, se non fosse sovraccaricato da elaborati inutili, e dalla richiesta al professionista di raccogliere e predisporre innumerevoli e ripetitive dichiarazioni dei proprietari, potrebbe ridursi notevolmente, a vantaggio della rapidità e la qualità delle prestazioni tecniche. La soluzione è evidente, il Commissario dovrebbe finalmente recepire le proposte di semplificazione, già pronte. Inoltre, il cospicuo numero di tecnici a disposizione per la gestione commissariale della ricostruzione è stato sottratto da quelli che prima operavano nella libera professione (tecnici locali), riducendo, di fatto, la capacità produttiva potenziale.
Inoltre, le professioni tecniche sottolineano anche altri aspetti:
- I professionisti si sono occupati (gratuitamente) dell’iniziale censimento del danno effettuando centinaia di migliaia di sopralluoghi e redigendo le ormai note schede FAST e AEDES.
- A distanza di 6 anni, se i professionisti non avessero curato le manifestazioni di interesse sugli interventi (ancora una volta gratuitamente) la struttura commissariale non avrebbe mai potuto determinare la stima dei danni ed il rapporto presentato.
- Il basso numero di professionisti impegnati nella ricostruzione richiamato più volte nel rapporto giugno 2022 è la cartina di tornasole rispetto alle tante responsabilità che essi assumono e dei molteplici adempimenti burocratici che vengono richiesti andando ad impegnare economicamente i professionisti ed allontanandoli di fatto dalla ricostruzione.
- Si è voluto limitare, invece che implementare come era auspicabile per accelerare le progettazioni, il numero dei professionisti coinvolti nella verifica delle singole pratiche; inoltre non si è voluto concretamente attuare un aumento al tetto degli incarichi di progettazione e direzione lavori che di fatto premierebbe chi sta lavorando con correttezza e celerità alla ricostruzione.
- I dati del rapporto confermano che nel sisma stanno lavorando solo professionisti e imprese locali a dimostrazione che i sostegni economici delle attività sono appena sufficienti e non attraggono operatori economici più “distanti”.
- Si continua ad evidenziare che il Superbonus 110 % abbia rallentato sia l’attività dei professionisti che delle imprese. Anche su tale circostanza ci si dovrebbe interrogare poiché anche questo rappresenta, se ce ne fosse bisogno, un altro indicatore del fatto della scarsa appetibilità degli interventi sisma 2016. Piuttosto il modello di semplificazione, in particolare urbanistica, adottata per il Superbonus, dovrebbe essere preso a riferimento per una velocizzazione della ricostruzione.
- Ai cambiamenti geo politici e pandemici avvenuti negli ultimi anni sono seguite ordinanze, indispensabili, per compensare alle imprese i rincari dei materiali, viceversa nulla si è voluto fare per i professionisti, che invece sono chiamati a svolgere ancora una volta gratuitamente ulteriori incombenze.
Finalmente, dopo 6 anni, la struttura commissariale ha informato la RPT che è sostanzialmente pronta una piattaforma informatica per la gestione delle pratiche. I professionisti tecnici apprendono con grande favore questa notizia, però riscontrano, ancora una volta, che nessuno li ha mai coinvolti nella sua implementazione.
I professionisti che operano nel ricostruzione sono stanchi della burocrazia imposta e imperante nella ricostruzione che fa perdere di vista gli aspetti più importanti quali la sicurezza degli edifici e in generale la qualità del progetto che dovrebbero invece essere posti sempre in primo piano. Oltre a rimettere al centro la qualità del progetto, ribadiscono la richiesta di pensare ad una giusta programmazione delle scadenze, definendo procedure chiare, in modo da evitare, come si sta verificando, di dare priorità a terze o quarte case. La pianificazione consentirebbe ai professionisti, alle imprese e ai cittadini una corretta consapevolezza dei tempi e un’organizzazione ottimale del lavoro, evitando il susseguirsi di inutili scadenze temporali determinate non da ragioni tecniche o da priorità ragionate, ma dalla scadenza del mandato commissariale. In ogni caso, è necessario aggiornare le dotazioni tecnologiche che oggi sono assolutamente obsolete per accelerare e semplificare la gestione procedimentale delle pratiche che oggi è affidata ad un foglio di calcolo per ricostruire 77.000 edifici.