“In questo momento di crisi ognuno deve fare al meglio il proprio mestiere. Per noi Casse ciò significa sostenere le aree professionali dei nostri iscritti, con evidente ricaduta positiva sul nostro Paese e su tutte le sei mission del Pnrr”. Così Alberto Oliveti, presidente dell’Associazione delle casse di previdenza private (Adepp) e dell’Enpam, l’Ente previdenziale di medici e odontoiatri, intervenendo ad un convegno organizzato da Hope presso la Luiss Business School di Roma e dedicato proprio al tema: “Il Pnrr e il ruolo degli investitori privati per la trasformazione del Paese verso la sostenibilità”.
“Per poter investire al meglio però – ha proseguito Oliveti – alle casse previdenziali private deve essere garantita piena autonomia nell’utilizzo dei propri fondi, magari rivedendo gli anacronistici cinquant’anni di sostenibilità imposti dalla legge, eliminando la pesante doppia tassazione che ci viene applicata, contenendo la volatilità legislativa e – ha aggiunto Oliveti – riducendo l’eccesso di controllo e vigilanza esercitato”.
Intervenendo poi sul tema della sostenibilità degli investimenti messi in campo, Oliveti ha precisato: “Le casse aderenti all’Adepp fanno ormai da tempo investimenti che si ispirano ai criteri di responsabilità previsti dall’approccio Esg. Esiste a monte però un problema più rilevante: noi incassiamo contributi dai nostri iscritti per poi pagare, con un tempo differito, delle pensioni. Per fare ciò dobbiamo quindi fare investimenti che siano il più possibile prudenti, tempestivi e lungimiranti. Tenendo anche presente che nel 2021 la sola Enpam ha versato allo Stato ben 250 milioni di euro di tasse relativi al 2020, cioè l’anno durante il quale i medici e gli odontoiatri hanno svolto la loro attività fronteggiando gli aspetti più duri della pandemia”.
In questo tempo di crisi le casse previdenziali private chiedono allora tre cose: “Innanzitutto – precisa Oliveti – la definizione del giudice di competenza, visto che attualmente la giurisprudenza prevede alternativamente interventi di giudici ordinari, amministrativi o contabili. In secondo luogo, l’esonero dal codice degli appalti, che prevede strettoie per noi insostenibili. Infine – conclude Oliveti – che non si faccia un uso distorto della nostra inclusione a fini statistici nell’elenco Istat, che ci assimila all’amministrazione pubblica, come nel caso dell’applicazione delle norme sulla spending review”.