La COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) ha presentato il “Quadro di sintesi” dei dati relativi al patrimonio delle Casse di previdenza e alla loro gestione finanziaria nel 2020 con i confronti rispetto agli anni precedenti. Il report fornisce il quadro degli aspetti più significativi che caratterizzano le risorse detenute dalle Casse, integrando le informazioni aggregate con elementi e aspetti di dettaglio riferiti ai singoli portafogli.
Le risorse complessive del settore a valore di mercato alla fine del 2020 sono pari a 100,7 miliardi di euro. Dal 2011 al 2020 le risorse complessive del settore a valore di mercato sono cresciute di 45 miliardi, pari in media al 6,8% su base annua. A fronte dei valori riscontrati nell’aggregato, permangono divergenze, anche ampie, nelle attività e nelle dinamiche di crescita delle singole Casse di previdenza: le 5 casse di dimensioni più grandi detengono il 74,1% dell’attivo totale. Nella media dell’intero periodo di osservazione, le prime 4 Casse di previdenza hanno mostrato tassi di crescita dell’attivo superiori a quello generale, variando dal 7 al 12,6% su base annua.
A spiegare le diverse dimensioni dell’attivo concorrono diversi fattori, quali ad esempio le differenze tra i saldi previdenziali che dipendono dai regimi contributivi e prestazionali, oltre che dalle caratteristiche reddituali e socio-demografiche delle diverse platee di riferimento delle Casse. Nel 2020 il flusso complessivo dei contributi al netto delle prestazioni si è attestato a 2 miliardi di euro rispetto ai 3,3 dell’anno precedente; a fronte di 10,3 miliardi (10,7 nel 2019) di contributi incassati, sono state erogate prestazioni per 8,3 miliardi (7,4 nel 2019). Sulla diminuzione delle entrate e sull’aumento delle uscite hanno pesato le ricadute occupazionali e reddituali della pandemia da Covid-19 nonché le misure straordinarie varate da diverse casse a sostegno dei propri iscritti e pensionati.
Tra le singole Casse, nelle prime 5 si concentra il 92% del saldo tra contributi e prestazioni, pari a 1,8 miliardi di euro. Per due di esse, Cassa geometri e Inpgi-gestione AGO, le prestazioni superano i contributi già da alcuni anni; tra le casse con saldo negativo, nel 2020 si sono aggiunte ENPACL e la gestione separata di Inpgi e in misura più marginale Cassa notariato ed Enpaia. In tutti gli altri casi, la differenza è positiva, con un’ampiezza variabile tra Casse e che in rapporto all’attivo varia tra l’1,1% (Inarcassa e Fasc) e il 7,9% (Enpapi).
La composizione dell’attivo:
- gli investimenti immobiliari, pari a 19,6 miliardi di euro (20 nel 2019), subiscono una flessione in percentuale dell’attivo (19,4 contro 20,8%); tra le diverse componenti, diminuisce l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (dal 15,7 al 14,8%) e prosegue la discesa del peso degli immobili detenuti direttamente (dal 4,6 al 4,1%);
- gli investimenti in titoli di debito, pari a 36,4 miliardi di euro (36,5 nel 2019), formano il 36,2% dell’attivo, 1,8 punti percentuali in meno rispetto al 2019; tra le diverse componenti, diminuiscono sia gli investimenti diretti (dal 21,4 al 20%) sia quelli sottostanti gli OICVM (dal 16,5 al 16,2%);
- gli investimenti in titoli di capitale, pari a 18,5 miliardi di euro (16,8 nel 2019), costituiscono il 18,3% dell’attivo, in aumento rispetto al 17,5 del 2019; a fronte di un aumento degli investimenti sottostanti gli OICVM (dal 9,1 all’11,3%) si registra una riduzione degli investimenti diretti (dall’8,4 al 7%).
Persiste la sensibile variabilità ed eterogeneità tra le Casse nella composizione delle attività investite. In particolare, il campo di variazione delle quote detenute è elevato per i titoli di Stato (0-78 per cento, la metà dei casi con percentuali comprese tra il 4 e il 20 per cento), per gli OICVM (0-84 per cento, la metà dei casi tra il 22 e il 43 per cento). Mostrano una dispersione elevata anche i fondi immobiliari (0-74 per cento, la metà dei casi tra il 5 e il 21 per cento) e gli immobili, comprensivi delle partecipazioni in società immobiliari controllate (0-41 per cento, la metà dei casi compresi tra l’1 e il 13 per cento).
Il risparmio previdenziale intermediato da Casse di previdenza e Fondi pensione a fine 2020 ha raggiunto 298,6 miliardi di euro, il 18,1% del Pil: 100,7 miliardi di euro fa capo alle Casse di previdenza e 197,9 miliardi ai Fondi pensione. Gli investimenti domestici delle Casse di previdenza ammontano a 34,9 miliardi di euro, il 34,6% delle attività; la percentuale risulta in diminuzione di 1,7 punti rispetto al 2019; gli investimenti non domestici si attestano a 48,1 miliardi, corrispondenti al 47,7 per cento del totale, 0,3 punti percentuali in meno rispetto al 2019. Nell’ambito degli investimenti domestici, restano predominanti gli investimenti immobiliari (18,3 miliardi di euro, il 18,2% delle attività totali) e i titoli di Stato (7,9 miliardi di euro, il 7,9% delle attività totali). Rispetto al 2019, il peso sul totale delle attività per la componente immobiliare registra un calo dell’1,1% e dello 0,2% per i titoli di Stato. Gli investimenti domestici dei fondi pensione si attestano a 38,6 miliardi di euro, in calo di 3,1 punti rispetto all’anno precedente. Gli investimenti non domestici totalizzano a 110,5 miliardi di euro, il 68,3% per cento dell’attivo netto, il 2,5% in più rispetto al 2019.
Complessivamente, al netto degli investimenti immobiliari e dei titoli di Stato, le risorse finanziarie destinate alle imprese italiane possono essere calcolate in 13,1 miliardi di euro (11,8 nel 2019), così suddivisi: 7,3 (6,6 nel 2019) investiti dalle Casse di previdenza e 5,8 (5,2 nel 2019) impiegati dai Fondi pensione.