Partiamo da una domanda: qual è l’approccio per affrontare al meglio il Superbonus? La parola chiave che guida le operazioni necessarie è la verifica. Verificare che l’impresa sia disponibile a fare i lavori, verificare la reperibilità dei materiali e, ancora, verificare la presenza delle maestranze qualificate e di progetti completi e cantierabili. In sostanza, verificare la fattibilità dell’intervento. Il tutto come fosse un componimento musicale. Un canone inverso: partendo dalla fine lavori per arrivare a ricostruire l’inizio e quindi stabilire tutti i presupposti per poter applicare l’incentivo.
Ruolo centrale, in tutto l’iter, lo ha l’ asseveratore tecnico e fiscale, dal momento in cui gli viene chiesto di asseverare la bontà dei requisiti e di essere coprotagonista, con il visto di conformità fiscale, della corretta cessione del credito. E in tutto il processo si mette in moto un’intera filiera, ricca e articolata di imprescindibili molteplici figure professionali, che deve organizzarsi insieme alle imprese che realizzeranno i lavori, affinché il progetto previsto venga correttamente realizzato e rendicontato entro il termine dettato dalla norma. Di conseguenza, nel momento in cui ipoteticamente si considera di andare a pianificare un intervento di Superbonus, bisogna essere certi di avere a corredo tutta una serie di competenze per la parte tecnica, e si deve prevedere una attività di coordinamento con altri attori determinanti per portare a segno l’operazione.
Nel momento in cui si pianifica oggi un intervento che può godere del Superbonus, il primo interlocutore è l’impresa che deve fornire la propria disponibilità nell’andare a realizzare l’operazione nei tempi stabiliti e deve garantire di disporre delle forniture (oggi carenti e a costi esagerati) e della manodopera. Qualora mancasse l’impresa che garantisce la realizzabilità, è inutile mettere in moto una macchina che di fatto non ha nessuna remunerazione, anche perché va ricordato che l’onorario dei professionisti può andare in cessione del credito solo nel momento in cui lo stato avanzamento lavori (sal) viene asseverato. Il risultato sarebbe che la progettazione resterebbe non compensata perché se non realizzi l’appalto dovrebbe pagarla il cliente senza poterla portare in detrazione fiscale.
Importanti sono i tempi. Esistono tre momenti (opzionali) in cui si può asseverare il progetto: il primo al 30% dell’avanzamento dei lavori, poi al 60% e infine al 100 per cento. Però attenzione, se l’asseveratore interviene al 30% significa che il cantiere in ambito superbonus ha già intrapreso una strada a senso unico. Un possibile errore potrebbe essere non rimediabile.
Dalla nostra esperienza, si consiglia che l’asseveratore e il verificatore fiscale intervenga in una fase di pre-cantiere e pre-contratto per tutelare il cliente, ma anche il progettista. All’asseveratore spetta la verifica della bontà dei requisiti tecnici e della spesa, quindi se il professionista sbaglia a redigere la parcella, in difetto o in eccesso, l’asseveratore che agisce nella fase di pre-cantiere, può ancora intervenire.
A questo punto bisogna però chiarire un’altra questione fondamentale. Sempre secondo la nostra esperienza, il Superbonus funziona quando il dialogo è virtuoso tra progettista e impresa: il progetto deve essere già verificato dall’impresa prima di andare in cantiere perché prevalentemente sono offerte di appalto integrato a corpo, su computi metrici a misura. Abbiamo riscontrato che nei casi in cui si è deliberato il computo metrico messo a punto da un tecnico che non conosceva l’impresa, e si è andati in gara per trovare l’impresa a cui affidare l’appalto, l’importo dell’appalto da computo non era mai condiviso dall’impresa che doveva accettarlo anche in ragione del limite di spesa (per cui non come computo a misura verificabile durante i lavori). E per questi progetti è un passaggio importante, perché la detrazione va sul prezzo che si stabilisce all’inizio, se si superano i massimali, potrebbe avere il condominio dei costi non previsti. Quindi la necessità di definire un prezzo corretto, impone di avere allo stesso tavolo dall’inizio, e quindi già in fase di sopralluogo, sia l’impresa che il professionista. Lavorare insieme è la strategia giusta per fare un buon lavoro in sicurezza e in trasparenza.
In sintesi, se si presta attenzione a valutare la durata dei lavori condivisa con un’impresa qualificata a creare un gruppo di lavoro, contenente tutte le figure professionali necessarie, asseveratore incluso, ed a costruire una soluzione che rispetti tutti i requisiti previsti dal Bonus, si affronta tutta l’operazione senza inciampi e costi accessori.
Davide Guida è coordinatore del progetto Ecosisma Bonus Gabetti lab