Nel periodo 2023-2027 mancheranno ogni anno all’appello oltre 8mila laureati STEM
Più chance di lavoro per i profili tecnici e professionali. Nei prossimi cinque anni, infatti, il panorama lavorativo si prepara a una ricerca serrata verso diplomati con una solida formazione tecnica e laureati nel campo STEM. Questa prospettiva costituisce una sfida complessa poiché proprio i profili più richiesti rischiano di diventare i più difficili da reperire.
Infatti, nel periodo compreso tra il 2023 e il 2027, le aziende hanno identificato un fabbisogno di ben 3,7 milioni di nuovi professionisti, ma ogni anno mancheranno all'appello circa 133.000 diplomati provenienti dagli istituti tecnici e professionali e 8.700 laureati. Questa carenza di risorse umane sarà particolarmente evidente nel settore medico-sanitario, creando un vuoto preoccupante.
L'impresa di trovare personale qualificato rischia di diventare sempre più ardua, soprattutto a causa dei macro-trend digitali e ambientali che stanno scuotendo il mondo del lavoro. Questi trend implicheranno una crescente necessità di competenze specializzate per gestire le attuali transizioni tecnologiche, mettendo a rischio l'efficacia degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Una vera emergenza, che, in assenza di un cambiamento di rotta, potrebbe costare all'economia italiana fino a 37,7 miliardi di euro, con un aumento significativo dei costi nei settori fortemente legati alla stagionalità. Questi dati allarmanti emergono chiaramente dalla nota dell'Ufficio Studi dei Consulenti del Lavoro dal titolo "Formazione e Lavoro: Quali Percorsi per il Mercato del Lavoro che Verrà?".
La nota si basa sull'elaborazione dei dati del Rapporto di "Previsione dei Fabbisogni Occupazionali e Professionali" di Unioncamere Excelsior, che nell'ultima pubblicazione datata 9 ottobre scorso ha sottolineato che il divario tra la domanda e l'offerta di competenze supera il preoccupante 50%.