Dopo un 2021 in cui tutti gli indici economici hanno fatto segnare un netto rialzo, a dicembre 2021 si è registrato un calo nei valori di interscambio commerciale con i paesi extra Ue, la frenata ha riguardato sia il calo congiunturale per le esportazioni (-2,1%) che il relativo aumento per le importazioni (+4,3%).
I paesi extra UE hanno sempre rappresentato, soprattutto nella fase pre pandemica, un mercato importante per l’export italiano; infatti per le economie emergenti il prodotto made in Italy è storicamente uno status symbol di benessere e ricchezza. La flessione su base mensile dell’export ha riguardato un pò tutti i raggruppamenti principali del settore industriale, a eccezione di beni di consumo non durevoli (+5,8%), ed è stata determinata in particolare dal calo delle vendite di energia (-27,3%) e beni strumentali (-3,9%).
Se dal lato dell’import si rilevano aumenti congiunturali diffusi tranne che per l’energia che cala dell’1,1%, dai dati ISTAT in esame si capisce ancora una volta come sia il settore energetico quello che presenta maggiori turbolenze strutturali. Nell’anno appena concluso l’aumento dell’export è stato particolarmente elevato per energia (+63,9%), mentre l’import di prodotti energetici ha segnato una crescita monstre del 115,6%.
I dati generali restano comunque buoni, anche se in alcuni casi contraddit t ori, soprattutto se considerati alla luce dell’anno solare appena concluso infatti sempre a dicembre 2021, l’export ha fatto segnare una crescita su base annua del 12,6%.
La stima del saldo commerciale a dicembre 2021 è stata pari a +4.737 milioni, un numero notevole ma in calo rispetto a dicembre 2020 dove si era registrato un boom di 7.972 milioni di euro. L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici è diminuito invece in misura contenuta: da +9.962 milioni per dicembre 2020 a +9.291 milioni per dicembre 2021.
A dicembre 2021 si sono rilevati aumenti su base annua dell’export verso la maggior parte dei principali paesi partner extra Ue27; i più ampi riguardano Stati Uniti (+32,5%), i paesi OPEC (+32,0%), Turchia (+24,3%) e Russia (+14,2%). Diminuiscono le vendite verso Regno Unito (-11,4%), paesi ASEAN (-7,6%) e paesi MERCOSUR (-3,8%).
Gli acquisti da India (+70,2%), paesi MERCOSUR (+61,9%), Russia (+58,6%), paesi OPEC (+53,1%), paesi ASEAN (+52,5%) e Cina (+51,8%) hanno registrato incrementi tendenziali particolarmente elevati. Le importazioni dal Regno Unito (-30,0%) sono risultati in forte calo, anche per le difficoltà rappresentate dagli scambi post-brexit.