Una nota stampa di UNI da conto della presentazione, avvenuta ieri presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, della UNI/PdR 107:2021 “Ambiente Protetto - Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente - Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali”, sviluppata al fine di fornire alle imprese di qualunque settore e dimensione uno strumento pratico per rendere più efficace la propria politica di tutela dell’ambiente e in particolare la prevenzione di eventuali danni a terreno, acqua, aria, specie e habitat naturali. La nuova Prassi è frutto del lavoro del Tavolo Tecnico UNI promosso e presieduto dal Pool Ambiente e a cui hanno contribuito importanti realtà come Alfacincotti, Belfor Italia, IGEAM Consulting, Ramboll e TUV Italia.
Si tratta di uno strumento rivoluzionario, estremamente efficace nel prevenire possibili eventi di danno come dimostra un’analisi condotta da Pool Ambiente su più di 1000 eventi di contaminazioni causati da aziende. Si tratta di casi molto diversi tra loro e con conseguenze spesso molto gravi per corpi idrici, terreno, specie, habitat e qualità della vita delle persone che vivono in tali aree. Da questa analisi è emerso come in più del 73% dei casi l’evento di danno all’ambiente non si sarebbe mai verificato se l’azienda avesse avuto la certificazione UNI Ambiente Protetto. Per le casse del Pool questo si traduce in più di 100 milioni di euro che si sarebbero potuti risparmiare a fronte di 140 spesi per ripristino e bonifiche. Proprio le bonifiche di siti contaminati sono state oggetto di finanziamento attraverso il PNRR che ha stanziato 500 milioni per il ripristino di più di 260 siti industriali, fondi che in buona parte si sarebbero potuti risparmiare con una maggiore diffusione di buone pratiche di gestione e prevenzione, come quelle introdotte dalla nuova prassi.
L’incontro, che si è svolto ieri, è stata l’occasione per illustrare il nuovo documento e la certificazione correlata e per un confronto tra voci autorevoli in ambito ambientale. L’introduzione e la moderazione è stata affidata all’On. Maria Chiara Gadda, membro della XIII Commissione Agricoltura, promotrice della legge 166/16 c.d. “Antispreco”, che ha tratteggiato l’importanza di una protezione ambientale più concreta e a tutela dei cittadini.
”Quando si parla di danni all’ambiente, il prezzo pagato dalla collettività in termini di costi di bonifica, impatto sulla salute e occupazione, è spesso altissimo - ha commentato l’onorevole Gadda - È fondamentale fare leva sulla crescente sensibilità di imprese e cittadini nei confronti della sostenibilità, guidando la transizione verso un modello attento alle politiche di prevenzione. L’ambientalismo di superficie non incide realmente sui processi, e non serve al Paese”.
In apertura l’intervento di Giuseppe Rossi, Presidente UNI, che ha inquadrato la nuova PdR rispetto all’impegno di UNI per una normazione sempre molto attiva nel rispondere a esigenze sempre più pressanti di tutela del clima e delle risorse naturali.
“La transizione ecologica promossa dalle politiche economiche e infrastrutturali europee e nazionali ha bisogno di riferimenti, che UNI sta mettendo a punto con spirito pratico e applicativo. Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile ONU 2030, le organizzazioni hanno bisogno di conoscere responsabilmente le regole che vengono definite per la prevenzione dei danni ambientali ma anche gli strumenti pratici e applicativi: la UNI/PdR 107, sviluppata insieme a Pool Ambiente, è uno di questi”, ha affermato Giuseppe Rossi, Presidente UNI Ente Italiano di Normazione.
La panoramica della nuova certificazione, requisiti della norma e benefici ambientali, è stata chiarita da Lisa Casali, Manager di Pool Ambiente.
“L’idea alla base di questa nuova certificazione UNI è quella di introdurre attraverso uno strumento volontario buone pratiche di prevenzione dei danni e corretta gestione dei rischi ambientali - ha spiegato Lisa Casali - A differenza di altri schemi di certificazione, “Ambiente Protetto” ha un approccio molto concreto ed è complementare ad altre certificazioni esistenti come ISO14001 e EMAS. La Certificazione può essere implementata da qualunque tipologia di impresa in virtù di un approccio trasversale per sorgenti/scenari. Rispetto ai requisiti da rispettare vi è una sezione generale che deve essere sempre implementata, a questa si aggiungono sezioni dedicate per ogni potenziale sorgente di danno presente nel sito.
Massimiliano Corsano, Comandante Reparto Operativo Comando CC per la Tutela Ambientale e la T.E., ha fornito un quadro della situazione attuale rispetto alle responsabilità aziendali in tema di sostenibilità.
“A proposito di favole, amiamo raccontarle ai nostri figli, molto meno quando ci vengono raccontate dalle imprese - ha esordito il Comandante Corsano - Oggi l’impegno ambientale di un’azienda si traduce per lo più in attività di marketing e comunicazione e dichiarazioni vuote, occorre ancorare l’impegno ambientale a criteri solidi e oggettivi e questa nuova prassi offre senza dubbio un’interessante opportunità da questo punto di vista”.
Antonio Guariniello, Responsabile Area per l’Accertamento, la Valutazione e la Riparazione del Danno Ambientale di ISPRA, ha espresso il punto di vista di ISPRA rispetto ai casi di danno all’ambiente e l’importanza delle prassi finalizzate alla prevenzione. “Dall’osservatorio di ISPRA abbiamo una visuale su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda i casi di Danno Ambientale. Le cause di danno sono senza dubbio trasversali, possono interessare diverse tipologie di impianti e sono riconducibili a eventi improvvisi o graduali. Alla base di gran parte di essi si possono ravvisare carenze nella manutenzione e nella gestione degli impianti, temi oggetto dell’attenzione di questa prassi”.
Antonello Pezzini, della Segreteria Tecnica del Ministro della Transizione Ecologica, ha segnalato il ruolo che hanno svolto storicamente le certificazioni ambientali nella protezione delle persone e delle risorse evidenziando l’evoluzione culturale che ha portato all’attuale centralità della tematica ambientale. “Oggi, a differenza del passato, non si può più prescindere dal considerare la protezione dell’ambiente e della collettività anche da parte del settore produttivo, e servono una serie di strumenti, sia tecnici che normativi, fra i quali va senz’altro annoverata questa nuova prassi”.
“Il successo della certificazione dipende anche dal consumatore finale e dalla pressione che questo saprà esercitare sulle imprese affinché le politiche ambientali siano sostenute da un maggiore impegno nella prevenzione e riparazione dei danni all’ambiente. Si tratta di affrontare l’importante sfida di una nuova comunicazione ambientale da parte delle imprese e come Altroconsumo siamo pronti in prima linea perché il consumatore possa fare la migliore scelta anche da punto di vista ambientale”, il messaggio di Altroconsumo, che ha voluto contribuire all’iniziativa con una lettera.
“Perché si diffondano buone pratiche di gestione degli impianti nel nostro Paese la prassi di riferimento è un utile supporto per le imprese a partire da quelle più piccole - ha aggiunto in chiusura l’onorevole Gadda - È giunto il tempo di ragionare anche su forme di agevolazione fiscale coerenti con questa impostazione, perché la conduzione responsabile di un impianto, regolari controlli e manutenzioni, e la sostituzione degli impianti più vetusti, diventi conveniente per le imprese e un investimento di lungo termine per la collettività. Occorre, infine, fare rete mettendo a sistema le migliori competenze del Paese perché questo contribuisce a una cultura condivisa della sostenibilità, della prevenzione del danno ambientale, e della sicurezza”.
L’evento ha visto un’ampia partecipazione con circa 4.000 persone che hanno seguito l’evento in diretta streaming. Il video completo della Conferenza Stampa è disponibile a questo link: webtv.camera.it/evento/19816